Ci siamo chiesti chi fosse il primo personaggio storicamente vissuto, che passò da una concezione di Dio crudele e punitore ad una visione di fede, e l'abbiamo individuato in ABRAMO.

 

Ci siamo chiesti se Dio parlava ad Abramo come noi parliamo l'uno all'altro e come abbia fatto Dio a chiedergli di lasciare la sua terra per recarsi a Canaan, e siamo arrivati ad ipotizzare una fuga per motivi religiosi, culturali, o economici (una carestia può aver indotto clan seminomadi a cercare nuovi pascoli, e Abramo era pastore).

 

Ci siamo chiesti: "Ma allora, la Bibbia racconta bugie? E' davvero Dio che parla oppure è un'illusione?" A questo punto abbiamo capito che, se una persona crede in Dio, "sente" la sua voce nella sua mente e nel suo cuore (attraverso la preghiera), nella natura, negli avvenimenti, nei buoni consigli delle persone, nella Bibbia e in ogni cosa che insegna ad amare.

 

E quando accade qualcosa di brutto? E' Dio che parla oppure no?

In questo caso, le ipotesi sono 3:

- o Dio non esiste, e dunque tutto è frutto del caso; anche quel male che mi sta accadendo, non ha un senso preciso;

- o Dio è un po' buono e un po' cattivo e me lo devo conquistare (la concezione dei Fenici);

- o Dio è sempre buono e permette il male perché ci ha creato liberi compreso gli angeli e il diavolo è un angelo), ma ha in mente un bene più grande che noi ora non capiamo; tutto ha un senso, anche quel dolore.

 

La Bibbia narra che Abramo non aveva figli e sua moglie Sara era sterile. Allora, secondo l'usanza del tempo, si unì, su consiglio della moglie, alla sua schiava ed ebbe Ismaele. Ma poi, miracolosamente (3 angeli gliel'avevano preannunciato: chi saranno stati quegli angeli?), nacque anche un figlio alla moglie Sara, Isacco.

Cresciuti i due bambini, Sara ebbe paura che Ismaele togliesse il diritto di Isacco ad essere capo del clan, perciò obbligò il marito a mandar via la schiava Agar e il figlio Ismaele: i due vagarono nel deserto rischiando la vita, finché Dio non li salvò facendo trovare loro un'oasi (questo loro vagare si ricorda nel rito dei 7 giri attorno alla Kaaba dei loro discendenti, i Musulmani).

 

Ed eccoci arrivati al punto più difficile: Dio chiede ad Abramo di sacrificargli il figlio. La Bibbia dice che fece ciò per metterlo alla prova. Ma -  ci siamo chiesti -  Dio ha bisogno di mettere alla prova?  Non conosce le sue creature molto più di quanto non si conoscano loro stesse?

 

Dunque? Sappiamo che 2800 anni fa circa, quando furono redatti i racconti su Abramo (collocato nella storia circa 1000 anni prima), gli Ebrei non si potevano permettere di pensare al diavolo, perché temevano di affermare, così facendo, il politeismo: due dèi, uno buono e uno cattivo. Perciò attribuivano a Dio sia il bene che il male.

 

Ma allora, se non è stato Dio a chiedere di sacrificare il figlio, chi è stato? Sappiamo che Abramo andò a vivere nella terra di Canaan, e i Cananei erano un popolo fenicio. Sappiamo già cosa pensavano di Dio i Fenici. Quindi, probabilmente i Cananei dissero ad Abramo: "Se tu vuoi abitare fra noi, devi stare alle  nostre tradizioni, altrimenti scateni su noi tutti le ire di Dio! Dio vuole il sacrificio del primogenito!" Così Abramo credette che questa fosse la volontà di Dio.

 

E chi fu l' "angelo" che lo fermò? Abbiamo detto che Dio parla attraverso la nostra intelligenza e le persone attorno a noi. Perciò l'angelo può essere stato lo stesso Abramo, che si rifiutò di credere in un Dio cattivo. Oppure il figlio Isacco. O anche i servi che andarono con loro al monte Moria. O Sara, che intuì l'intenzione del marito. O, infine, può essere passato di là un pastore di un altro popolo, che vedendo ciò che stava per fare Abramo, l'avrà fermato, l'avrà fatto ragionare e gli avrà donato un agnello da sacrificare al posto del figlio.

 

Mentre guardavamo il film che raccontava l'episodio, ci siamo accorti che Isacco prendeva su di sé la legna sulla quale sarebbe stato sacrificato, così come Gesù prese sulle sue spalle il legno della croce. E, alla domanda di Isacco "Padre, non abbiamo l'agnello per l'olocausto!" (sacrificio totale, in cui l'intera offerta veniva bruciata e non mangiata), Abramo rispose: "Dio procurerà l'agnello" : per i Cristiani, Gesù è l'Agnello di Dio.

 

Dunque, Abramo, per i Cristiani, è una PREFIGURAZIONE (=immagine, anticipazione) di Dio padre, che sacrifica suo Figlio per salvare il mondo dal male e dalla morte e per donare la sua stessa vita.

 

SINTESI

 

ABRAMO E' PADRE NELLA FEDE PER EBREI, CRISTIANI E MUSULMANI perché:

 

1) non crede in dèi di pietra, ma in Dio Creatore, trascendente (= non terreno);

 

2) crede che Dio non vuole la morte, ma dona la vita (la vita terrena delle sue creature; nel corso della Bibbia, si intuirà che dona loro anche la vita ultraterrena; con Gesù si scoprirà che dona loro perfino la sua stessa vita, attraverso la sua morte, dona il Paradiso);

 

3) si fida di Dio anche nel dolore (quante persone conosciamo che, pur di fronte ad una grave malattia o alla morte di un proprio caro, continuano a credere nella bontà di Dio).

 

 

 

FENICI             

 

 EBREI E ALTRI POPOLI       

 

   CRISTIANI                 

Dio vuole il sacrificio

dei primogeniti

Il sacrificio dell'agnello

salva i bambini primogeniti

Il sacrificio di Gesù

(Agnello di Dio)

salva tutti dal nulla

(morte eterna)

Riassunto concettuale

Tutto è frutto di interpretazione

 

- non esiste racconto che non sia frutto di interpretazione (x es. un incidente sarà raccontato in modo diverso da chi lo ha provocato e chi lo ha subito);

- anche i racconti biblici quindi lo sono;

- quando succede qualcosa di bello due sono le possibili interpretazioni: o è fortuna o è Dio che lo vuole;

- quando succede qualcosa di brutto, le interpretazioni possibili sono tre: o la sf..ortuna; o è Dio che è cattivo e mi punisce, mi odia, mi...; oppure Dio è buono e permette il male perchè ci vuole figli, quindi liberi, e ha in mente qualcosa di più grande e bello per me.

Interpretazione su Abramo:

- Abramo ha dovuto andarsene da una terra e trasferirsi in un'altra. Perché? Forse perché non voleva più credere negli idoli, forse per cercare altri pascoli per i suoi animali. Non lo sappiamo. Sappiamo solo però che è stato il primo della storia ad interpretare questo fatto triste, faticoso, come chiamata (vocazione) di Dio, un Dio non terreno, ma trascendente e che comunica con l'uomo. 

        Come comunica Dio?

       - attraverso la mente e il cuore

       - attraverso i fatti che accadono

       - attraverso le persone, che hanno raccontato (la Bibbia) o raccontano il loro incontro con il Signore (quando si parla con amore si è "angeli").

- Abramo si è sentito chiedere da Dio di sacrificare il suo bambino. Chi può esser stato a dare la voce non a Dio Padre, che è amore, ma al diavolo che ci vuol convincere che Dio è cattivo?  I Cananei, popolo fenicio, che purtroppo sacrificavano i loro figli primogeniti al dio Moloch.

- Chi può esser stato l'angelo che ha fermato Abramo?

     - lui stesso che ha deciso di non credere in un dio cattivo

    - il figlio

    - la moglie

    - uno dei servi

 

   - un pastore non fenicio che passava di là con il suo gregge e gli ha regalato un animale per il sacrificio, e ciò ha fatto sì che Abramo interpretasse questo come un messaggio di Dio.