Le persecuzioni non appartengono solo alla storia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Inserisco qui l'articolo di un mio bravissimo Collega, che racconta le persecuzioni in Nigeria.


Le ultime parole le abbiamo ascoltate quando abbiamo visto gli spezzoni del film "Uomini di Dio". Ricordate?


Domani ufficialmente, si chiude per molti il periodo di vacanze natalizie ma purtroppo, la comunità cristiana in Nigeria continua ad essere stretta nella spirale di violenza e terrore.

Ancora un attentato ha colpito un luogo di culto provocando sei vittime tra i fedeli. La loro unica colpa? Essere cristiani e pregare nella propria Chiesa.

Ad essere oggetto dell'ennesimo colpo dei terroristi, che si definiscono musulmani ma che hanno ben poco a che fare con l’islamismo quello vero, una Chiesa cristiana a Gombe, nel nord est della Nigeria.

Il luogo di culto è stato colpito da un commando armato che, oltre alle sei vittime, ha provocato anche decine di feriti accertati. I fedeli erano riuniti in preghiera quando la chiesa cristiana è stata investita dai proiettili dei mitra che non hanno lasciato scampo. Il gruppo di attentatori è entrato in azione sparando all'impazzata su tutti i cristiani riuniti in chiesa. Un attacco che segue alle numerose azioni “criminali e assurde” succedutesi negli ultimi tempi contro la comunità cristiana, come l'attentato di Natale.

Nel raid è rimasta uccisa anche la moglie del pastore John Jauro. Un attacco rapidissimo seguito da una fuga lampo che ha permesso agli attentatori di riuscire a sfuggire alle forze dell'ordine. I militari, sono arrivati troppo tardi e non hanno potuto far altro che allertare i soccorsi. Per le sei vittime non c'è stato nulla da fare mentre gli altri feriti sono stati trasportati al più vicino ospedale.

Il portavoce delle forze dell'ordine Ahmed Mohammed ha comunicato ufficialmente alla stampa il bilancio delle vittime.L'attacco è stato messo a segno sfruttando il fatto che la chiesa si trovava in una zona periferica della piccola cittadina nord orientale nigeriana. Il raid ha seguito di poche ore la scadenza di un ultimatum lanciato dal gruppo islamista Boko Haram.

La «richiesta» era senza appello: lasciare il paesino a maggioranza islamica entro tre giorni. Passati i tre giorni i terroristi non si sono fatti pregare e sono intervenuti con le armi. Questa è una cosa impensabile per i cristiani occidentali che vivono la loro fede in maniera libera e senza che qualcuno, si sogni di minacciarli e intimargli di lasciare il paese dove sono cresciuti e dove i loro antenati hanno piantato le loro radici. Ma quei cristiani, non importa di quale rito o confessione sempre di cristiani si tratta, sono costretti a vivere la loro fede in Gesù Cristo nel più assoluto terrore. Immaginiamo per un attimo la scena. Uscire di casa per partecipare alle funzioni religiose e non sapere nemmeno se si tornerà a casa. E’ impensabile, è orribile, non ci sono parole per descrivere quanto accade.

Alla polizia locale al momento non sono arrivate rivendicazioni e l'assalto non è stato ancora ufficialmente attribuito alla setta islamista anche se tutti gli indizi raccolti precedentemente fanno pensare a loro come agli autori del raid. Ma una cosa rimane certa, i martiri cristiani non sono solo quelli che, giustamente, vengono onorati sugli altari. Non sono pezzi di antiquariato, icone perse nel tempo. Sono qui ed oggi, sono presenti, il loro sangue continua a scorrere, le loro vite continuano ad essere oltraggiate, la loro fede continua ad essere messa a dura prova e non per questo si lasciano piegare da quest’odio e da questa violenza mascherate da motivazioni religiose. È troppo facile mettersi a posto la coscienza identificando questa via religiosa con gli integralismi dei suoi estremisti.

L’unica cosa che possiamo augurare a queste povere anime cristiane senza colpa, è quello che Padre Christian De Chergé(priore dell’Abbazia di Tibihrine, ucciso con altri sei monaci trappisti in Algeria nel maggio 1996 probabilmente da fondamentalisti islamici, ma forse dall’esercito regolare che voleva far ricadere la responsabilità su questi ultimi) scrisse nel suo testamento spirituale: “ECCO, POTRÒ, SE A DIO PIACE, IMMERGERE IL MIO SGUARDO IN QUELLO DEL PADRE, PER CONTEMPLARE CON LUI I SUOI FIGLI DELL’ISLAM COSÌ COME LI VEDE LUI, TUTTI ILLUMINATI DALLA GLORIA DEL CRISTO, FRUTTO DELLA SUA PASSIONE, INVESTITI DEL DONO DELLO SPIRITO, LA CUI GIOIA SEGRETA SARÀ SEMPRE DI STABILIRE LA COMUNIONE, GIOCANDO CON LE DIFFERENZE”.

Prof. ReligionHour