RELAZIONI E DIMENSIONI DELL'ESSERE UMANO

 

L’Uomo è un essere di relazione.

 

Anche quando non se ne rende conto è in costante relazione con Dio-Amore, se stesso, gli altri, la natura.

 

Più si è in relazione con Dio-Amore e più ci si eleva dalla meschinità dei propri interessi personali per vedere il mondo da.. più in alto, con gli occhi di Dio.

 

Più si è in relazione con se stessi e più si supera la superficialità e ci si rende persone profonde.

 

Più si è in relazione con gli altri e più si impara ad amare.

 

Più si è in relazione con la natura e più si vive in armonia.

 

Le relazioni determinano le sue due dimensioni: quella verticale (interiore) condiziona quella orizzontale (esteriore).

 

GLI "ELEMENTI" DELL'ESSERE UMANO

 

L’Uomo è “fatto” di corpo e anima.

 

Il corpo è il nostro unico strumento per comunicare. Ciascuno sceglie se comunicare amore (gioia) o egoismo (piacere).

 

 L’anima, a sua volta, è composta da: emozioni, sentimenti, intelletto volontà e spirito.

 

Ciascuno decide se fondare le sue scelte sulle esigenze del corpo e delle emozioni o basandosi su ciò che dice l’ intelletto, facendo leva sulla volontà, essendo diretto dallo spirito.

 

VERO - BELLO - BUONO

 

L’intelletto cerca, la volontà sceglie, lo spirito ama ciò che è vero, bello, buono.

 

Ciò che una persona considera vero, bello, buono è per lei un valore.

 

I VALORI

 

Valore è ciò per cui VALE la pena spendere l’esistenza, cioè vivere e addirittura morire.

 

Dimmi a cosa non puoi rinunciare…

La tua vita vale quanto quella cosa.

 

Il ritmo della vita può farci vivere alla giornata, senza un ideale per cui vivere e lottare.

Più o meno consapevolmente, però, tutti hanno un motivo per cui vivere.

Alcuni grandi valori della vita sono: la verità, la giustizia, la libertà, l’amicizia, l’amore, l’impegno per gli altri, Dio.

Un ragazzo senza valori è facile preda di molti persuasori (burattinai) occulti (nascosti) o palesi (evidenti): della pubblicità, dei mass-media (TV, radio, giornali, riviste, fumetti, canzoni…), dell’opinione degli altri, dell’egoismo, dell’inerzia (pigrizia).

 

LA LIBERTA'

 

Se si vuol essere padroni della propria vita, se si vuol avere una propria personalità, si deve redigere la propria graduatoria dei valori.

 

Chi pone ai primi posti valori legati al corpo, alle emozioni e ai sentimenti, opta per una libertà esteriore (buccia). Io posso liberarmi da tutti gli impegni, le fatiche, le regole… Io sono libero di fare ciò che mi pare e piace. Io sono libero per divertirmi e solo per me stesso/a.

La libertà esteriore non rispetta le condizioni e sceglie i condizionamenti.

La libertà esteriore è illimitata.

 

Chi pone ai primi posti valori legati all’intelletto, alla volontà e allo spirito, opta per una libertà interiore (succo). Io mi libero dai condizionamenti e dal male. Sono libero veramente quando faccio ciò che è giusto. Sono libero per essere pienamente me stesso e per gli altri.

La libertà interiore è attenta alle condizioni e rifiuta i condizionamenti.

La libertà interiore è limitata dalla coscienza.

 

Ma la coscienza non è già formata. Si forma attraverso gli incontri, le esperienze, la riflessione, le letture, ciò che si vede, si ascolta…

 

LA VERITA'

 

Socrate diceva “Convincersi è lasciarsi vincere insieme dalla verità”. E’ la verità che deve vincere. La verità è una. Noi abbiamo diversi punti di vista sull’unica verità. Il dialogo onesto ci avvicina alla verità.

 

Essere liberi vuol dire essere veri, cioè il meglio di sé.

 

Chi non vola alto come un’aquila,

razzola basso come una gallina.

 

PINOCCHIO:

  1. - si diventa “bambini veri” andando a scuola;
  2. - Geppetto vende la sua unica giacca per mandare a scuola Pinocchio (Dio si sacrifica per far sì che l’uomo sia se stesso);
  3. -  “Dai ad una ragazzo svogliato abbastanza corda e farà presto a impiccarsi”;
  4. -  Pallina n° 8: Lucignolo perde la “partita” del suo infinito, dell’esistenza;
  5. - Trasformazione in ciuchini: la degradazione della propria dignità;
  6. - La coscienza non è mai uccisa del tutto.

 

                  

 

O giochi all’amore sulla pelle degli altri,

O giochi la tua pelle per amore degli altri.

 

PERSONA PERSONALITA'

 

Io sono "PERSONA" (il termine deriva dalle maschere, usate nel tatro greco e romano.

 

PER, in latino significa "attraverso" e SONA significa "suoni": infatti quelle maschere servivano per amplificare i suoni, oltre ad essere dipinte con oro e argento per riflettere la luce delle torce ed avere espressioni marcate, per rappresentare un determinato personaggio o sentimento.

 

Dunque, io sono "persona", perché, come la maschera, esisto per comunicare e ho un mio preciso ruolo nel "dramma" (a volte "commedia", ma, per chi crede in Dio, mai "tragedia")della vita del mondo.

 

Ma per non diventare un numero nella massa e rimanere "egregio", cioè fuori dal gregge di coloro che seguono la corrente senza riflettere e decidere con la propria testa, devo costruire la mia personalità.

Come?

 

CONDIZIONI E CONDIZIONAMENTI

 

RIFIUTANDO I CONDIZIONAMENTI (rappresentati dalla marionetta, manovrata da fili invisibili)

 

RISPETTANDO LE CONDIZIONI  (che sono i dati di realtà) 

 

 

CONDIZIONI:


Sono un essere umano

Sono uomo / donna

Ho una età precisa

Ho questo corpo

Le mia capacità

Le mie attitudini

Le mie esperienze

I miei sogni

Sono nato, ho vissuto, sto vivendo in un determinato posto 

La cultura del luogo in cui vivo

Le leggi

Le regole non scritte della convivenza comune

La mia famiglia

La mia scuola

La mia classe

I miei amici

 

CONDIZIONAMENTI:

 

Le mie paure: 

di non essere accettato

di non essere stimato

di non essere amato

del pericolo

della morte

Le mode

La pubblicità

Il pensiero dominante

TV, radio, riviste, musica

Pettegolezzi

La mia pigrizia

Il mio egoismo

 

Le dipendenze:

fumo, droga, alcol, videogiochi, internet, giochi d'azzardo

 


CONDIZIONAMENTI non sono mai esterni, ma interni a noi: nessuno può obbligarci a lasciarci condizionare. In realtà ciò che ci condiziona è il nostro CORPO (M. Quoist, nel libro "Riuscire" - che consiglio a tutti -  ha rappresentato le scelte condizionate dalle esigenze del corpo con un omino capovolto) oppure sono le nostre EMOZIONI o i nostri SENTIMENTI (rappresentati da Quoist con un omino che striscia).

 

Se invece si sceglie, guardando bene in faccia la realtà, quindi secondo le CONDIZIONI, vuol dire che stiamo usando il nostro INTELLETTO, stiamo facendo leva sulla nostra VOLONTA' e simo diretti dal nostro SPIRITO (sempre M. Quoist rappresenta queste scelte con un omino in piedi).

 

Abbiamo detto che, se si vuole essere LIBERI si deve essere VERI, cioè veramente se stessi.

Ma chi siamo noi? Chi sono io? Perché esisto? Perché devo morire?

 

Quando eravate in prima, avevate imparato che queste sono domande di senso, alle quali la scienza non può rispondere.

 

CHI E' L'ESSERE UMANO SECONDO LA BIBBIA

 

I libri sacri della varie Religioni, cercano di darci una risposta.

Il primo libro della Bibbia, Genesi (=origine, nascita; in ebraico Bereshit = in principio), presenta, nei primi 11 capitoli, dei miti, cioè storie inventate per dare risposte concrete, attingendo dalla vita reale.

 

I racconti della creazione sono 2, scritti in epoche diverse.

Nel primo (capitolo 1 e versetti 1-3 del secondo capitolo), troviamo una poesia - cantico, che ha uno schema ben preciso:

1 LUCE / TENEBRE

 

2 CIELO: ACUE SUPERIORI / ACQUE INFERIORI

 

3 TERRA / ACQUE + PIANTE

4 ASTRI

 

5 UCCELLI / PESCI

 

6 ANIMALI TERRESTRI + UOMO


7 SHABBAT = RIPOSO, FESTA DI DIO = PARADISO


 

INTERPRETAZIONE DEI SIMBOLI:

 

Dio crea perché tutto sia in armonia. Dove non c'è Dio c'è il CAOS, dove c'è Dio, c'è il COSMO. Dio separa, mette in ordine.

 

Nei primi tre giorni (3 = completezza) Dio crea l'ambiente, per gli esseri viventi che crea nei secondi 3 giorni.

 

Le 4 creazioni, sia dei primi che dei secondi 3 giorni, indicano che le prime 3 sono belle e buone (Tov), ma la quarta lo è ancor di più (4 = molto importante).

 

L'Uomo non è un dio: è una creatura. E' davvero (giuramento) immagine e somiglianza di Dio, in quanto maschio e femmina, cioè relazione, rapporto d'amore. Nel Nuovo Testamento viene detto che Dio è Amore, perciò quando l'uomo e la donna amano, sono davvero se stessi, perché realizzano la propria somiglianza a Colui che li ha creati. E quando procreano e donando la propria vita, governando il mondo alla maniera di Dio (dall'alto di una croce), collaborano con Dio alla creazione.  

 

Nel mito non si parla di morte: il Paradiso Terrestre non c'è stato e si è perso, ma ci sarà. Questo è il "sogno" di Dio per il Creato. Tutto viene da Dio e va verso il Paradiso (settimo giorno).

 

 

 

 

 

 

GENESI 2

 

Il racconto del secondo capitolo di Genesi è più antico del testo poetico che troviamo nel primo capitolo. Non è - come quello -  un canto al Dio Creatore, che intendeva confortare gli Ebrei in esilio, ma un mito più semplice, con uno stile narrativo più infantile, ma non per questo meno intenso nei simboli che nasconde.

 

La narrazione ricomincia daccapo e spiega che la Terra è brulla e deserta, laddove Dio non interviene nel donare la vita e l'uomo non collabora con Lui nell'irrigarla e lavorarla.

 

In questo testo, l'Uomo è la prima creatura e le sue caratteristiche sono chiare: egli è un essere "fatto di terra" (ricordiamo la lettera del Capo Indiano Seattle, che trovate nelle lezioni di prima: "Non è la Terra ad appartenere all'Uomo, ma è l'Uomo ad appartenere alla Terra), quindi non si deve credere un dio, perché è una creatura debole, fragile, tapina.

Però, non deve neppure demoralizzarsi e sottovalutarsi, perchè Dio ha "soffiato" in lui la ruah, il soffio, lo spirito vitale, lo spirito di Dio.

 

Dunque l'uomo è una creatura "di terra e di cielo".

 

Il racconto prosegue dicendo che Dio pose l'Uomo nel giardino (Eden), per lavorare la Terra (il lavoro può essere considerato paradiso terrestre, quando ci procura soddisfazioni e fierezza per la nostra partecipazione al bene comune) e custodirla (l'ecologia nasce nella Bibbia, almeno 2800 anni fa).

 

A questo punto la Bibbia fa un'affermazione che stupisce gli uomini moderni. Dio dice: "Non è bene che l'uomo sia solo, gli voglio fare un aiuto che gli sia simile". Oggi va molto di moda la "singletudine" e sembra che sia più opportuno sostituire a rapporti duraturi convivenze e avventure fugaci. Ognuno è libero di fare come crede, ma ricordiamoci quelle parole della Bibbia. 

 

Dio crea gli animali, che - come dice lo stesso Seattle - non sono solo cibo, ma una compagnia e salva l'uomo dalla malinconia, ma pur dando un nome a tutti loro ( dare il nome nella Bibbia vuol dire trovare un senso nel rapporto con me; ecco perché non è l'uomo a pronunciare il nome di Dio, ma è Dio a cambiare il nome di coloro ai quali affida un compito), l'uomo non trova un aiuto che gli sia simile, un essere che in cui rispecchiarsi, con cui dialogare.

 

Allora Dio fece scendere un torpore sull'uomo (l'estasi della preghiera: quando l'uomo è in contatto con Dio, trova la sua anima gemella), trae una costola dall'uomo (in ebraico "selà" = osso del fianco) e da essa crea la donna. Qual è il significato? La donna non è né superiore, né inferiore all'uomo (l'osso non appartiene né alla testa, né al piede dell'uomo), ma ha pari dignità dell'uomo, è parte di lui come lui lo è di lei, sono creati per rimanere vicini al cuore l'uno dell'altra, fianco a fianco, per completarsi a vicenda e diventare una cosa sola.

 

L'uomo canta di gioia: "Questa sì, è osso delle mie ossa; carne della mia carne! La si chiamerà  isha perché da ish è stata tolta". 

 

Ecco come risponde questo mito alle domande di senso: "chi è l'uomo? chi è la donna? chi è la coppia umana? perché esistiamo? perché formiamo una famiglia?

 

Il mito ci dice che l'uomo è creato per collaborare con Dio a trasformare e custodire la Terra. Che l'uomo è felice solo se non è solitario. Che quando trova la sua anima gemella la riconosce. Che per poter formare una coppia si deve lasciare la propria famiglia d'origine. Che quando si forma una coppia di persone che si amano davvero diventano una cosa sola, nell'intimità totale, senza paura e vergogna alcuna.

 

Genesi 3

 

Il capitolo 2 di Genesi terminava con parole piene di docezza e gioia. L'uomo e la donna si incontrano, si riconoscono, dicono l'un l'altro la propria felicità, diventano una cosa sola nell'amore e non provano paura e vergogna nella loro intimità.

 

Ma il diavolo invidia questa felicità, come invidia la felicità di Dio e la vuole sempre contrastare. In Genesi 3, il diavolo viene rappresentato con il serpente, perché il serpente è velenoso; perché può colpire all'improvviso, nascondendosi fra i sassi; ma, soprattutto, perché i popoli vicini a quello ebraico raffiguravano la divinità dela fertilità con l'immagine del serpente, e, per gli Ebrei, fu sempre una tentazione abbandonare il proprio Dio, che desiderava dal popolo giustizia e amore, per adorare invece un dio che si accontentava dei sacrifici e non pretendeva alcuna scelta  di bene.

 

Il diavolo tenta la donna (penso che la maggiore iniziativa della donna e la sua grande responsabilità come madre e sposa nei confronti degli uomini sia palese), insinuando nella sua mente che Dio è cattivo  e geloso del suo potere, che non vuole condividere con gli uomini.

 

Dapprima la donna prende le difese di Dio, ma poi cede al fascino di quanto viene proposto dal diavolo (il male è sempre dipinto come un bene maggiore del bene stesso).

 

In cosa consiste il peccato? Cosa significa l'avvertimento di Dio "Non mangiare il frutto dell'albero che infonde la conoscenza di tutto o morirai"? E' un ordine di una divinità dispotica o il consiglio di un padre amoroso, che vuole difendere il suo figliolo da un pericolo immane?

 

Anzitutto ci chiediamo perché il frutto proibito viene identificato con la mela: è semplice, basta cambiare l'ordine delle vocali (in latino era malus=mela e malum=il male). Poi ci chiediamo cosa vuol dire mangiare il frutto della conoscenza di tutto (o della conoscenza del bene e del male): significa fare esperienza, prendere, possedere sia il bene che il male.

 

In classe ci siamo chiesti: è la stessa cosa sapere, scegliere fra il bene e il male e decidere cosa è bene o male?

Abbiamo capito che no: nel primo caso ti fidi di qualcuno che ti dice cosa è bene o male, nel secondo sei tu che decidi cosa è bene per te.


Ci chiediamo: Chi conosce tutto? Chi conosce qual è il nostro bene, secondo la Bibbia? Dio! Dunque, se l'essere umano pretende di conoscere tutto, o meglio, di decidere per conto proprio cosa è bene e cosa è male, di fare esperienza anche del male, si allontana da Dio che è il bene e la vita, perciò va verso la morte del cuore (quella che San Francesco chiamava "La morte secunda".

 

Quindi, quella frase che l'Autore fa dire a Dio non era un ordine dettato dalla gelosia di una divinità crudele, ma l'indicazione di un Padre che conosce la via della felicità di colui che Egli stesso ha creato e conosce bene.

 

Ricordiamo: noi siamo creature  ad immagine di Dio; Dio è amore; dunque noi siamo Amore. Perciò, qual è, secondo la Bibbia, il bene che Dio  propone all'uomo? L'amore! 

 

Dunque, nella misura in cui l'essere umano, si fida di Dio e ama, sceglie la vita, è felice. Quando invece, non si fida di Dio e sceglie l'egoismo, si allontana da Dio, va verso la morte interiore e l'infelicità .

 

Il brano continua facendoci intendere che tutte le paure, le accuse, le separazioni, i dolori,  le sofferenze morali, le violenze, le malattie, la morte, l'inferno, non sono voluti da Dio, ma conseguenze del male proposto dal diavolo e scelto da ogni Adam (uomo) e da ogni Eva (vita).

 

E' triste notare che, alla sollecitudine di Dio che cerca sempre la sua creatura: "Dove sei?", la prima preghiera dell'uomo nella Bibbia siano parole di paura: "Ho avuto paura di te e mi sono nascosto".

 

Solo chi fa come Gesù, il vero Adam, che sulla croce dice la sua fiducia in quel Dio che sente lontano, ma che sa vicinissimo, chamandolo confidenzialmente "Papà"  e affidandogli il suo spirito, potrà fare della sua vita un cammino di santità.